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NON lasciamoci soli

Come professionisti e ovviamente come esseri umani stiamo tutti vivendo una situazione inedita. Quello che circola in queste ore nelle affollate chat, negli scambi a distanza, come nei momenti di lavoro in presenza, dimostra, però, tutta la professionalità e la creatività di cui siamo capaci.

Ognuno di noi, insieme ai propri colleghi, alla propria équipe di lavoro, sta cercando di trovare le soluzioni migliori per conciliare esigenze che appaiono sempre più distanti. Da una parte la priorità assoluta della tutela della salute pubblica e collettiva che sta portando molti di noi ad interrompere, o limitare al minimo, le interazioni in presenza; oppure a circoscriverle e regolamentarle per ridurre i fattori di rischio. Dall’altra i tanti tentativi e le tante sperimentazioni in atto per cercare di non interrompere il contatto con le persone di cui, da tempo, ci occupiamo e preoccupiamo e che, forse mai come in questo momento, hanno bisogno di non essere lasciate sole.

E’ difficile, è complicato e non abbiamo a disposizione manuali di istruzione per gestire questa situazione, ma ci stiamo provando. Stiamo provando a “sentirci vicini anche se siamo lontani” tra colleghi e tra operatori e persone destinatarie dei nostri interventi. Stiamo cercando di stare vicini in modo differente laddove, invece, continuano le attività in presenza.

Per tutto questo sforzo di creatività, di passione e intelligenza collettiva, non possiamo che ringraziarci reciprocamente, con la consapevolezza che nel nostro caso #stareacasa non significa astenerci dai nostri compiti di tutela, di cura, di relazione e di accompagnamento delle persone.

Stiamo allestire occasioni virtuali per condividere tutto il patrimonio di esperienze che stanno prendendo forma in questi giorni, in modo da fornire suggerimenti utili per comunicare e interagire con i nostri utenti e le loro famiglie.

Siamo professionisti e siamo esseri umani e in quanto tali non siamo immuni dalle paure e in alcuni casi dalle vere e proprie angosce generate da questa situazione. Ognuno di noi ha i suoi motivi di preoccupazione personale, per i propri cari, per sé, per tutti. Quello che ci può aiutare, ancora una volta, è la nostra professionalità: comprendere le paure, accoglierle per cercare di contenerle ed elaborarle con l’aiuto dell’altro, è parte integrante della nostra professionalità in tutti gli ambiti. Ci può sostenere il fatto di non essere soli e non sentirsi soli, ci può sostenere il pensiero di essere parte di un’organizzazione collettiva, di avere un gruppo di lavoro, colleghe e colleghi con cui confrontarsi, anche magari solo per un rapido scambio, senza avere paura di avere paura.

Forse mai come in questo momento ci scopriamo vulnerabili e forse mai come ora possiamo riconoscere tutto il valore del prendersi cura di sé, prendendosi cura anche degli altri.