Costruire legami, tessere reti, coinvolgere attivamente le persone trasformando un problema, una domanda, in opportunità di partecipazione e sviluppo delle competenze di una comunità locale: questa è l’impronta originaria della nostra cooperativa, che rinvia all’Animazione Sociale (Don Aldo Ellena, l’omonima rivista, la tradizione dell’attivismo pedagogico), che raccoglie il testimone di chi ha inaugurato il lavoro sociale come forma di azione politica. E’ un’impronta culturale e metodologica che ci ha guidato nella gestione di servizi e progetti per l’aggregazione giovanile – spalancando le porte dei centri di aggregazione per trasformarli in risorse di promozione della cittadinanza attiva e dello sviluppo di comunità (non a caso nel 1999 il primo nostro convegno si intitolava “Fuori dal Centro) – come nell’educativa di strada, fino ad arrivare ai più recenti progetti di coesione sociale.

E’ un impronta che abbiamo contaminato con altri riferimenti metodologici, attenti alla relazione tra il singolo cittadino e il suo contesto di appartenenza come nel caso dell’approccio sistemico-relazionale e dell’approccio ecologico, che ci ha portato ad assumere uno sguardo allo stesso tempo clinico e politico. Così la messa alla prova di un ragazzo alla prese con un procedimento penale può diventare occasione di riconciliazione con la propria comunità di appartenenza promuovendo percorsi di promozione della legalità, mentre il conflitto tra un gruppo informale di adolescenti e un gruppo di residenti, può diventare opportunità per ripensare agli spazi e ai tempi della socialità in un quartiere.

Oggi, in presenza di una scarsità di risorse economiche e di un’abbondanza di fragilità sociali, questo approccio torna ad essere cruciale, per contribuire a promuovere forme di partecipazione, di valorizzazione delle risorse presenti nei territorio, per contribuire alla prospettiva di un welfare generativo dove tutti i soggetti possano esercitare la forma di cittadinanza attiva.